Abito femminile del XIX secolo
Cappello femminile
Vanitose, frivole e attente all’aspetto fisico. Le donne dell’Ottocento passavano molto tempo a curare la propria immagine. Le donne della ricca borghesia e quelle aristocratiche indossavano gonne "a cupola", con corpetto "a scollo sciallato" a maniche a tre quarti, guarnite da volant. I capelli venivano portati raccolti con boccoli (gli "anglaises") lasciati cadere sulle orecchie. Molto diffusi anche le chiome arricciate a "nodo di giraffa".
La moda Secondo Impero è quella della corte dell' imperatrice Eugenia.
Queste dame dell’Ottocento, desiderose di apparire belle in pubblico e di conquistare il cuore dei loro pretendenti, acconciavano i capelli con la scriminatura centrale, portati sciolti lungo il viso, raccolti dietro da chignon bassi.
La gonna "a campana" piena di fiocchi, nastri, fiori, viene dilatata grazie a crinoline (una sottogonna rigida che sosteneva e rendeva gonfie le gonne).L'abito davanti era molto semplice, raccogliendo l'ampiezza sul centro posteriore, rigonfio e ornato di pizzi, grossi nodi di stoffa e merletti.
Nel 1885 venne lanciato il primo costume tailleur cioè un indumento completo composto da due pezzi da una giacca e da una gonna o da pantaloni, indossato dalla principessa del Galles.
I cappelli di fine Ottocento erano bizzarri e fantasiosi con veli, piume, uccelli, persino frutta e verdura. L’abbigliamento era arricchito da vari accessori come: ventagli di piume di struzzo, guanti e ombrellini, indispensabili mancare nell'abbigliamento di una dama dell’Ottocento.
Molto più semplice invece l’abbigliamento maschile. Dato che la nuove etica borghese del lavoro esigeva una certa serietà anche nel vestire, l’uomo indossava l’uniforme borghese, cioè giacca, gilet e pantaloni scuri, mentre la donna, più libera dagli impegni quotidiani, vestiva abiti scomodi, voluminosi e costosi, per mettere in evidenza le buone condizioni economiche che le permetteva il marito.
Queste dame dell’Ottocento, desiderose di apparire belle in pubblico e di conquistare il cuore dei loro pretendenti, acconciavano i capelli con la scriminatura centrale, portati sciolti lungo il viso, raccolti dietro da chignon bassi.
La gonna "a campana" piena di fiocchi, nastri, fiori, viene dilatata grazie a crinoline (una sottogonna rigida che sosteneva e rendeva gonfie le gonne).L'abito davanti era molto semplice, raccogliendo l'ampiezza sul centro posteriore, rigonfio e ornato di pizzi, grossi nodi di stoffa e merletti.
Nel 1885 venne lanciato il primo costume tailleur cioè un indumento completo composto da due pezzi da una giacca e da una gonna o da pantaloni, indossato dalla principessa del Galles.
I cappelli di fine Ottocento erano bizzarri e fantasiosi con veli, piume, uccelli, persino frutta e verdura. L’abbigliamento era arricchito da vari accessori come: ventagli di piume di struzzo, guanti e ombrellini, indispensabili mancare nell'abbigliamento di una dama dell’Ottocento.
Molto più semplice invece l’abbigliamento maschile. Dato che la nuove etica borghese del lavoro esigeva una certa serietà anche nel vestire, l’uomo indossava l’uniforme borghese, cioè giacca, gilet e pantaloni scuri, mentre la donna, più libera dagli impegni quotidiani, vestiva abiti scomodi, voluminosi e costosi, per mettere in evidenza le buone condizioni economiche che le permetteva il marito.
I pantaloni cadevano tesi, trattenuti da una staffa da inserire sotto al piede. Diffuso l'uso del cilindro, i baffetti e la cravatta che sarà l'unico tocco di colore contrapposto all'abito nero borghese. Diffusissimi i soprabiti come il "Carrick", lungo fino ai piedi, in gran voga ai primi dell'Ottocento, caratterizzato da più baveri sovrapposti a forma di mantellina.
Nunzia Carratù
Lucia Rinaldi
Maria Senescente
Antonietta Orvieto
Nessun commento:
Posta un commento